Guardando indietro alla sua lunga tradizione, il nucleo della filosofia italiana consiste nella sua vocazione civile. Sin dalle origini umanistico-rinascimentali gli interlocutori privilegiati della filosofia italiana non sono gli specialisti, i chierici o gli studenti che frequentano l’università, ma un pubblico più vasto che si cerca di orientare e di persuadere. La prima cerchia è costituita, per i filosofi e i letterati, dai connazionali, eredi decaduti di un grande passato, cittadini di una comunità dapprima soltanto linguistica, politicamente divisa in una pluralità di fragili stati regionali e spiritualmente condizionata da una Chiesa cattolica sin troppo forte. La seconda, con una accentuazione dei tratti “universalistici”, da tutti gli uomini.
#filosofia
Remo Bodei a colloquio con Luigi Reitani
Mercoledì, 4 ottobre, ore 19
Istituto Italiano di Cultura Berlino
Colloquio in lingua italiana con traduzione simultanea
“La filosofia italiana dà pertanto il meglio di sé nei tentativi di soluzione di problemi in cui si scontrano universale e particolare, logica ed empiria. Questi stessi problemi scaturiscono dai nodi della vita associata e dagli intrecci variabili, nella coscienza individuale, fra la consapevolezza dei limiti imposti dalla realtà e le proiezioni di desiderio, fra l’opacità dell’esperienza storica e la sua trascrizione in immagini e concetti, tra l’impotenza della morale e la durezza del mondo, tra il pensato e il vissuto. Da qui i numerosi (e riusciti) tentativi strappare zone di razionalità a territori che ne apparivano privi, di dar senso a saperi e a pratiche che si presentavano dominati dall’imponderabilità dell’arbitrio, del gusto o del caso: alla filosofia politica, alla teoria e alla filosofia della storia, all’estetica o alla storia della filosofia (tutti quei campi, peraltro, in cui il peso della soggettività e dell’individualità risulta decisivo).”
Remo Bodei
Remo Bodei è professore emerito di filosofia alla Università di Pisa, dopo aver insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore della stessa città, alla New York University e alla University of California, Los Angeles (dove ancora occasionalmente continua a insegnare). Ha studiato in diverse università tedesche e si occupa di teoria delle passioni, di modelli della coscienza e di problemi legati alla memoria, all’identità individuale e collettiva. Le sue opere sono tradotte in quindici paesi.
Opere tradotte in tedesco e in inglese
Dekompositionen. Formen des modernen Individuums, Stuttgart-Bad Cannstat, Fromann Holzboog, 1996;
Ordo amoris. Augustinus, irdische Konflikte und himmlische Glückseligkeit, Wien, Passagen Verlag, 1993;
Das Leben der Dinge, Berlin, Matthes & Seitz, 2017.
We Divided. Ethos, Politics and Culture in Post-war Italy, 1943-2006, New York, Agincourt, 2006;
Logics of Delusion, Aurora, Colorado, The Davies Group Publishers, 2006;
The Life of Things, the Love of Things, New York, Fordham University Press, 2015;
Geometry of Passions, Toronto, Toronto University Press (forthcoming 2018).
Colloquio in lingua italiana con traduzione simultanea
Il ciclo dei quattro colloqui filosofici è oragnizzato in collaborazione con Federico Vercellone